Come fare il viola non dovrebbe essere così complicato, in fondo tutti sanno che il viola è il risultato della mescolanza tra il blu e il rosso, no?
Invece molti artisti impiegano del tempo per arrivare alla miscela “giusta” e ottenere il viola che vogliono. Sarà capitato anche a te di fare più tentativi che però non hanno portato al traguardo sperato… ti sarai persino chiesto se il risultato derivasse dalla qualità degli acquerelli. Insomma, come si fa il viola?
Comprendere le miscele per ottenere il viola
Per ottenere dei colori secondari dobbiamo prestare attenzione a quali colori primari utilizziamo in quanto possono avere più tonalità sia calde che fredde. Per esempio possiamo dire che il Vermiglione è un rosso tendente al giallo, quindi è un rosso caldo, mentre la Lacca di Garanza è un rosso tendente al blu, quindi un rosso freddo.
Dobbiamo tenere a mente la regola di base della miscelazione per la quale il risultato della mescolanza tra due colori complementari crea un colore neutro o comunque opaco. Per questo, per ottenere un viola pulito e brillante, le scelte migliori sono i blu e i rossi sbilanciati l’uno verso l’altro. In sostanza dobbiamo miscelare un rosso freddo (tendente al blu) come la Lacca di Garanza, con un blu caldo, (tendente al rosso) come il Blu Oltremare. Se al contrario, mescoliamo un rosso caldo, come il Vermiglio, con un blu freddo, come il Ceruleo, il risultato sarà quello di ottenere un viola spento.
Come artisti abbiamo bisogno di tutti i tipi di viola: i viola opachi sono utili per realizzare aree d’ombra che aggiungono ricchezza e valore al dipinto, decisamente di più del nero, mentre i viola brillanti sono utili per attribuire intensità ad alcuni punti o intere zone.
Capire come realizzare i viola ti da moltissima libertà… ma di tanto in tanto vuoi solo averne a disposizione una bella gamma pronti all’uso!
Proprio per questo motivo le gamme di colori extrafini hanno un’ampia scelta di tonalità, come gli Acquerelli Rembrandt che vantano ben 10 tipi di viola.
Viola: curiosità storiche
Per secoli, il colore viola è stato associato al potere, alle grandi personalità e al genio artistico.
Tutto ha origine nel primo millennio a.C. quando fu sviluppato un pigmento noto come porpora proveniente da un piccolo e raro mollusco. Come con la maggior parte dei beni rari, la porpora divenne presto costosa e preziosa. I ricchi dell’Antica Roma si innamorarono del viola che Giulio Cesare “importò” in seguito una visita al sontuoso palazzo egiziano di Cleopatra, decorato con porfido viola e divani rivestiti in tessuto viola. Cesare era talmente innamorato di questo colore da dichiarare che solo lui poteva indossare toghe tinte completamente di viola.
I successivi imperatori allentarono la presa, ma il colore mantenne la sua associazione con il potere e il lusso. Le pitture murali e i mosaici che decoravano le ville romane dell'epoca spesso utilizzavano il colore per trasmettere lo status.
Il viola divenne più accessibile dopo che il chimico William Henry Perkin scoprì accidentalmente una ricetta sintetica per il pigmento nel 1856. Aveva iniziato a sperimentare con il catrame di carbone per combattere la malaria quando notò un bel residuo sui suoi strumenti. Perkin lo chiamò malva.
Molti pittori dell’epoca iniziarono ad utilizzare più frequentemente questo colore. Monet, in particolare, ne fece ampio uso nelle sue tele impressioniste. Tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900, la sua pratica era radicata in uno studio approfondito degli effetti di luce e ombra sul colore. Credeva che il viola fosse in grado di sfruttare la profondità dell'ombra meglio del nero e usava il colore in modo espressivo. Il suo entusiasmo si diffuse tra i suoi colleghi impressionisti e presto la propensione del gruppo per la tonalità fu descritta come "violettomania".